Dopo alcune settimane senza presidente, l’assemblea della Lega di Serie A ha finalmente trovato il sostituto di Paolo Dal Pino, dimissionario lo scorso primo febbraio. Per farlo i club del massimo campionato italiano si sono dovuti riunire quattro volte, alternando nomi che in un primo momento sembravano destinati ad essere eletti ma poi non hanno ottenuto i voti necessari come Carlo Bonomi, numero uno di Confindustria.
Nella quarta seduta, con il numero minimo di preferenze necessarie sceso a 11 su 20 rispetto ai precedenti 14, la Serie A ha nominato presidente Lorenzo Casini, che ha ottenuto proprio 11 voti.
Casini, candidato proposto da Claudio Lotito, Aurelio De Laurentiis e Rocco Commisso, rappresenta quel profilo politico ritenuto necessario per dialogare con il Governo. Quarantasei anni, il nuovo presidente è infatti capo gabinetto del Ministro dei beni culturali Dario Franceschini, oltre ad essere professore di diritto amministrativo, allievo del costituzionalista Sabino Cassese.
Ha ottenuto la nomina contro ogni pronostico, battendo la concorrenza di Andrea Abodi, spinto da UrbanoCairo e dalle milanesi, dopo il naufragio di Bonomi, e di Bini Smaghi e Masi, oltre all’ipotesi commissariamento da parte della FIGC di Gravina.
A trionfare è quindi il “partito” di Claudio Lotito che ha trovato il supporto sia del patron del Napoli sia dello statunitense della Fiorentina, che è riuscito anche a convincere gli altri proprietari a stelle e strisce.
L’arrivo di Casini potrebbe ora cambiare davvero i giochi di potere all’interno dell’Assemblea di Serie A.
