Gavi è apparso a sorpresa nel mondo del calcio professionistico e 16 mesi dopo il suo esordio sotto la direzione di Ronald Koeman, la sua presenza a Barcellona è ormai considerata come indiscutibile. Appena compiuto 18 anni, il centrocampista andaluso è una delle chiavi , una delle figure, su cui la squadra del Barça deve appoggiare il futuro del proprio progetto.
A Luis Enrique è venuta subito l’idea di dargli un posto in Nazionale e Xavi non ha mai dubitato di avere al suo comando un calciatore così speciale e spettacolare. Gavi si fa notare quando il Barça vince, quando si diverte, quando soffre, quando perde. È sempre, sempre in primo piano, spiccando e instancabilmente dedito alla causa, instancabile dall’inizio alla fine e aggiungendo alla sua prestazione fisica un calcio di indiscutibile qualità.
A Riyadh Gavi ha vinto il suo primo titolo chiudendo un match superbo, enorme, maestoso. Sapeva entrare da dietro e trovare la posizione perfetta per ricevere l’assist di Lewandowski e segnare il primo gol. E poi ha assistito, prima il polacco e poi Pedri, negli altri due gol che hanno regalato la Supercoppa a un Barça che è stato, dall’inizio alla fine, infinitamente superiore al Real Madrid.
“Gavi ci commuove tutti” ha riassunto Xavi parlando di lui. “Non mi stanco mai di lodarlo e spero che non smetta”, ha detto un allenatore che, come tutti i tifosi del Barcellona, vive dedicato a questo 18enne che sembra un vero veterano.
Abituato a vincere le finali (17 delle ultime 19), il Real non ha saputo fermare il giovane centrocampista da nessuna parte in campo. E si è goduto, con una prestazione monumentale, il suo primo successo da giocatore del Barça sotto Xavi che sa di avere un gioiello in Gavi.